Da bambini ci si sente spesso ripetere la domanda: cosa
vuoi fare da grande?
Ora se molti di noi rivanno con tenerezza a quei ricordi,
la giovine creatura TG Funeral 24 sembra aver dato, alla consueta domanda, una
chiara risposta schierandosi apertamente e sotto gli occhi di tutti e, ci si
permetta, creando in noi profonda amarezza.
Avevamo lasciato il neo direttore pro tempore alle redini
di questa nuova testata con la speranza di poter avere una sincera sponda come
veicolo imparziale di aperto confronto tra le opinioni, ma, evidentemente,
abbiamo ancora una volta sbagliato.
L’impressione è che è cambiato il padrone di casa ma il
comportamento dell’inquilino è sempre il medesimo.
Spieghiamoci meglio: veniamo a conoscere che il direttore
di TG Funeral 24 è stato invitato alla convention veneta della SCACF sabato 12
per relazionare agli ospiti sullo stato dell’arte della Legge Nazionale per il
settore funebre italiano.
Ora, senza voler entrare troppo in profondità sulle
posizioni che Federcofit ha espresso in merito della proposta “Maturani” (lo
abbiamo già fatto in tutte le forme e colori possibili evidenziando i contenuti
insoddisfacenti e le devastanti conseguenze nell’ipotesi che questa
proposta prosegua il proprio iter a
testa bassa e senza ascoltare nessuno) non ci resta che sperare che il contenuto
della relazione annunciata abbia contenuti veritieri e non meramente
indirizzati ad un sostegno o sponsorizzazione di una lobby che in non tanto
remoti passati fieristici era già logisticamente e filosoficamente vicina a
questo portale di informazione.
Qualche perplessità viene sollevata dall’annuncio di una
proposta di legge destinata a governare nel prossimo futuro il comparto funebre
italiano. Se le nostre informazioni sono corrette si deve rilevare non solo che
sono presenti in Senato ben 4 proposte di legge, ma si deve anche sottolineare
che alla Camera ce n’è un’altra, presentata dallo stesso PD e non dalla
minoranza. Anticipare quale sarà la legge vincente ci sembra, più che
informazione, fare previsioni più degne di aruspici che di razionale
ragionamento.