Ci risiamo,
ancora una volta Roma si ritrova sotto la lente d’ingrandimento per le
inadeguatezze della nuova amministrazione Comunale capitolina.
A farne le
spese tanto per cambiare i cittadini della capitale che nel momento più
difficile da affrontare, come quello del lutto, si dovranno confrontare con una
assegnazione “leggera” di un appalto complesso e significativo per l’esecuzione
dei servizi funebri e cimiteriali del Comune di ROMA.
Spieghiamo:
all’interno del Comune di Roma esiste la ONORANZE COMP. A.M.A. agenzia
ufficiale del Comune di Roma con unica sede all’interno del Comune stesso che
fornisce in tutto e per tutto la possibilità di trasporti, funerali completi, manifesti,
concessioni e operazioni cimiteriali garantendo
mezzi Mercedes e tariffe trasparenti e inferiori alla media del mercato
romano.
Ora cosa
succede: AMA decide correttamente di rifare il bando per l’esternalizzazione dei
suoi trasporti funebri dopo anni ed anni di proroghe sulla scadenza naturale della
prima assegnazione pubblica un bando formulandolo sin dall’inizio in modo
superficiale (forse) omettendo di introdurre la condizione di limitare la
partecipazione ai soli produttori di servizi, escludendo gli operatori funebri
che in caso di vittoria avrebbero senz’altro una posizione dominante nei
confronti dei propri colleghi, vedendosi consegnare su un piatto d’argento
1300/1500 servizi funebri senza fare il minimo sforzo e raccogliendo i frutti
di un albero non coltivato da loro.
Morale
della favola: vince (guarda caso) un operatore funebre, ma non fa in tempo
neanche a pulirsi le suole delle scarpe sullo zerbino d’ingresso degli uffici
Comunali AMA che subito viene decisa dalle alte sfere una sorta di
“autosospensione” all’affidamento di tali servizi.
Decisione
figlia probabilmente di un tempestivo ricorso al TAR in quanto parrebbe che i
requisiti richiesti per la partecipazione al bando non fossero stati soddisfatti
dal vincitore.
Cosa che se
dovesse corrispondere alla verità farebbe pensare all’Andreottiana maniera che
pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.
AMA decide
ufficialmente temporaneamente di sospende i propri servizi al pubblico dando
come motivo all’utenza il rinnovo del proprio parco macchine (speriamo non lo
facciano veramente visto che l’intenzione era quello di esternalizzarlo).
In tutto
questo il Comune interpellato non da alcuna risposta.
I soliti
ignoti di Federcofit intanto il giorno 9
Febbraio indicono a Roma un’assemblea, convocando TUTTI gli imprenditori del
territorio. Se ne presentano circa una sessantina tra imprenditori e centri
servizi tutti mediamente incazzati.
Federcofit
raccoglie tra i presenti il malcontento e i suggerimenti di come intervenire in
una situazione imbarazzante come questa; tuttavia dobbiamo registrare anche un
manifestato disinteresse generale (esclusi i partecipanti) difronte alla
possibilità di consegnare le chiavi della città in mano ad un solo soggetto,
indipendentemente da chi sia, non prendendo in seria considerazione i grossi
rischi di distorsione del mercato che si potrebbero configurare in un prossimo futuro.
Arrivati a
questo punto ci dobbiamo augurare che questo atteggiamento sia figlio di un
congenito menefreghismo perché tanto prima o poi qualcuno fa qualcosa.
Non
pretendiamo di essere noi il principe azzurro che fa risvegliare dal letargo
una indifferente e narcotizzata principessa, ci aspettavamo che davanti ad una tal malversa
situazione si creasse una dura opposizione e si proponessero soluzioni a chi vi
ha aperto le braccia senza porre condizioni o vincoli di nessuna natura come ha
fatto la nostra Federazione, ma questa evidentemente è un’altra storia.